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Giacinto Gigante e la Scuola di Posillipo

24/03/2025 11:04

Miriana Costagliola

STORIE DELL'ARTE,

Giacinto Gigante e la Scuola di Posillipo

Storia del più grande innovatore della pittura di paesaggio a Napoli nell'800.

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Giacinto Gigante, Marina di Ischia.

Olio su tela, 1825 circa. Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma.

Giacinto Gigante è stato il primo innovatore della pittura di paesaggio napoletana ottocentesca.

In questa come in altre sue vedute, il pittore non vuole mostrarci solo un fine documentaristico del paesaggio ma cerca di trasmettere anche un livello emozionale dell'immagine che è carica di suggestioni dovute all'osservazione en plein air.

Nel dipinto della veduta di Ischia, spicca il Castello Aragonese. Il colore è steso in modo liquido e trasparente e ciò permette la resa di una luminosità diffusa e cristallina. 

Gigante come buona parte dei pittori appartenenti alla Scuola di Posillipo, di cui è stato il fondatore insieme a Anton Sminck Pitloo, si ispira ai romantici e in particolare agli artisti di paesaggio presenti nella città partenopea, quali Turner e Corot.

Il paesaggio di Gigante è un esastico abbandono con vivide ricerche atmosferiche, che creano un intimismo lirico. 

 

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Veduta di Castellammare o Golfo di Napoli

 

Inizialmente erroneamente datata al 1844, è in realtà del 1859. È una tipica veduta gigantiana, che riesce a mescolare la tradizione settecentesca con l’animo pittoresco dell’809 romantico, a cui Gigante si ispira, specialmente a Turner e Corot. 

 

Gigante, vita, formazione e stile

 

Giacinto Gigante nasce a Napoli nel 1806 e muore qui nel 1876. È pittore e incisore, specializzato in paesaggi e vedute, appartenente alla Scuola di Posillipo.
La Scuola in questione si occupa solo ed esclusivamente di pittura di paesaggio, un genere minore che gli artisti di questo gruppo vogliono portare al suo culmine. Si ispirano ai romantici, in modo particolare agli artisti di paesaggio presenti nella città partenopea, quali Turner e Corot.
 

Giacinto impara a dipingere grazie al padre, per poi passare ad usare la camera ottica e cominciare a progettare le prime mappe nel Reale Officio Topografico. Grazie a questa dedizione, impara l’arte dell’acquaforte e della litografia, effettuando numerose vedute. Successivamente, entra a far parte della Scuola di Posillipo e poi sposa Eloisa Vianelli, da cui poi ha 8 figlie. In seguito, si dedica solo ed
esclusivamente alla grafica, che non sono più solo disegni preparatori ma veri e propri punti d’arrivo per l’artista.


Lo stile di Gigante, al contrario di altri suoi colleghi della stessa scuola, non è volto ad un solo fine documentaristico del paesaggio, ma a trasmettere un livello emozionale dell’immagine. Essa è carica di suggestioni dovute all’osservazione en plein air. Il paesaggio di Gigante è un esastico abbandono con vivide ricerche atmosferiche, che creano un intimismo lirico. Le prospettive dell’artista sono strette ed intime, con personaggi che sono colti in attività quotidiane. 

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